Mammaaaaaaaaaaaaaaa

In un momento di odio passeggero (ma neanche tanto passeggero) sul genere maschile ho scritto questo status sulla mia pagina Facebook, ovvero: “Gli uomini, da grandi, ragionano con due cose, anzi con due apparati: quello digerente e quello riproduttivo.
In pratica non cambia nulla da quando avevano 3 anni: “MAMMAAAAA FAMEE,  MAMMAAAAA PIPI”

In quel  momento mi sono immaginata un meraviglioso bimbetto di 2 anni che cammina incerto con il pannolone gridando: “Mammaaaaaaaaaaaaaaaaaa+ il corrispondente del bisogno fisiologico (pappa o pipì). Perché prima di diventare uomini (stronzi), sono bambini stupendi. Eccallà che ti fregano 😉

Ho quindi iniziato a pensare alle mamme in generale, alla mia, e a quante volte anche io, esattamente come quei bimbi grido: “Mammaaaaaaaaa“. Quando non trovo il telefono: “Mammaaaaaaaaa“, quando non trovo i calzini: “Mammaaaaaa“, e quando il mignolo sbatte sull’angolo della porta e, anche se lei non c’entra niente: “Mammaaaaaaaa…che botta”.

Credo che se fossi nata maschio sarei il classico mammone. Quello che si porta sua madre appresso anche se deve comprare la lampadina nuova della luce. A costo di rovinare la relazione con la mia ipotetica ragazza che mi manderebbe fuori casa a suon di WATT…ENE a fanculo te e la tua mammmmmmina 😉

Fortunatamente sono una donna, e quindi posso permettermi, con la mamma, un rapporto simbiotico della serie “Ti dico tutto…(mmm, facciamo quasi tutto dai)” 😉

Proprio per questo rapporto, e per una convivenza assai stretta, ho capito che è, molto probabilmente, l’unica persona al mondo per cui metterei la mano sul fuoco anche se mi chiamassi Muzio Scevola. Ma questo non la agevola ad avermi messo in testa certe frasi che mi zampillano in testa da quando sono nata. Ditemi che capita anche a voi. Vi prego.

Del tipo: mia mamma è, da sempre, una patita dell’ordine.  Per questo, quando la mia camera è vicina al caos del brodo primordiale, per evitare la formazione di ulteriori pianeti e galassie, mi dice con inaudita cattiveria e sguardo assassino:

 “FAI ORDINE!”. E fin qui è tutto ok. Ci sta. Ma lei ci aggiunge sempre un’altra cosa. Udite udite:

Fai ordine. SIA MAI CHE ARRIVA QUALCUNO!!!

Ora, tenendo conto che in famiglia mia siamo tutte brave persone e abbastanza rispettabili, negli ultimi mesi le persone che sono venute inaspettatamente a trovarci si contano sulle dita di una mano, e sono rispettivamente: zia, cugina, cugina di secondo grado, fratello della nonna accompagnato dalla sua moglie nonché cognata di mia nonna. Quest’ultima talmente zozza che in casa sua, il brodo primordiale, è della STAR e lo mangiano ogni sera a cena.

Parafrasando una battuta di Brignano che diceva una cosa molto simile: “Io quel qualcuno…lo sto ancora aspettando”. Eppure no, io devo fare ordine per quel qualcuno. Che non ho mai visto, non so chi sia, non me ne frega una cippa di conoscerlo e a lui non frega nulla né di me, né del mio ordine, e avrà la residenza in una discarica. Avessi almeno la certezza che sarà un figo. Ma nulla. Manco mamma non lo sa 😉

Seconda frase topica: “Non buttare via il cibo”. Il che non è giusto ma sacrosanto. Ma anche qui, lei ci aggiungeva SEMPRE un’altra cosetta.

“Non buttare via il cibo. CON TUTTI I BAMBINI CHE MUOIONO DI FAME“.

Ecco vedete, ora lo capisco e posso portare il peso della responsabilità dell’altra metà del mondo che può essere anche mia. Ma a 8 anni, sentirsi in colpa perché tu hai buttato via uno spicco di mandarino pieno di semi e pieno di quelle cosette bianche che proprio non riuscivi a togliere, ecco, cara mamma, mi pare sia stato un po’ esagerato 😉

Ed è capitato più di una notte che i miei incubi siano stati popolati da bimbi africani affamati del mio mandarino 😦

La terza frase che vi riporto so per certo essere ancora in auge nella famiglia dell’italiano medio perché l’ho sentita dire più volte da mamme di altri bambini, ed è la seguente: “Guarda che se non ti comporti bene, quando arriva glielo dico…”

All’uomo nero??

Macché: GLIELO DICO A PAPÁ!!!

Chiamasi, in gergo, delega delle responsabilità.

Lei se ne lava le mani come Ponzio Pilato e mantiene la sua faccia pulita da buona mammina, mentre quel povero uomo, quando torna dai suoi pargoli dopo una giornata di lavoro, questi lo guardano come si potrebbe guardare un compito a sorpresa l’ultimo giorno di scuola. No dico ma chi è? Hitler?

Poi, dopo che lei gli ha raccontato tutte le nostre marachelle e lui, giustamente, s’incazza come una iena, lei ha pure il coraggio di venirci a consolare. Ma benedetta donna…non è mica che potevi fare a meno di dirglielo?????? Non poteva rimanere…un segreto? 😉

A queste, durante la mia infanzia, ne sono seguite molte altre, ad esempio:

Finché sei qui in questa casa fai quello che ti diciamo io e papà. Altrimenti quella è la porta.”

La porta??? Ma ‘ndo vado?? Ho sette anni! Non arrivo manco alla maniglia 😉

Oppure:

Non hai voglia di studiare? Bene. Allora va’ a lavorare!

Ma sì. Chi se ne frega della lotta al lavoro minorile, del fatto che sono in prima media, dell’obbligo scolastico. Un posto da spazzacamino lo posso sempre trovare no?

 “Te lo spiego quando sei più grande“.

Ecco, questo ci tengo a dirlo ai genitori. Ai miei tempi quando i miei me lo dicevano rimediavo chiedendolo alla mia compagna di banco, che se aveva una sorella più grande al pomeriggio glielo chiedeva e riceveva una risposta che poi la mattina seguente mi riferiva.

Ma al giorno d’oggi, contando che a sette anni masticano tecnologia come fosse Big Babol, potrebbero cercare la domanda googlandola e finendo su Yahoo Answer.

Quindi mamme, per favore, optate per la storia del semino, della farfalla, dell’impollinazione, di lui che quando la ama chiede agli angeli che gli mandino un bambino. Insomma, se la domanda è quella, la domanda delle domande per eccellenza, usate la vostra fantasia. Perché se il vostro bimbetto novenne la Googla, il giorno dopo potrebbe arrivare a casa con una bimbetta per mano bofonchiando qualcosa del tipo: “Noi siamo stati attenti mamma ti giuro, ma è capitato. Però la amo…e ci sposiamo” 😀

13 pensieri su “Mammaaaaaaaaaaaaaaa

  1. A proposito del cibo, mamma restava sempre malissimo se lasciavo “la creanza”, ossia qualcosa sul piatto. Solo grazie ad anni di studi universitari sono riuscito a elaborare un’obiezione a mia madre, che voglio condividere con te: “Cara madre, il mandarino è un bene divisibile in due entità, la materialità e l’utilità, la prima oggettiva, la seconda soggettiva. La consumazione del mandarino è un atto soggettivo, pertanto l’utilità prevale sulla materialità: non importa se lascio un pezzettino, o se non mangio uno spicchio, l’importante è ricevere l’utilità dalla consumazione del mandarino, che è indipendente dalla sua materialità. Potrei pure buttare quel cazzo di agrume nella monnezza, se ricavassi da questo gesto la stessa soddisfazione che normalmente ricevo dal mangiarlo”.

    Reazione di mia madre: “vabbé ma mangialo lo stesso, CHE FA BENE, HA LA VITAMINA C”.

    Devo ancora pensare a un’obiezione sulla vitamina C. Le mamme sono maestre di retorica.

      • Pensi che la mamma sia così superficiale? Certe cose le sanno. Mi faceva mangiare due Kiwi prima di pranzo. Non solo: mi diceva pure che aiutavano a fare tanta popò (ma solo se maturi). 😀

    • O MIO DIOOOOO…Come ho fatto a dimenticarmi questa. Me la diceva CONTINUAMENTE!!!! Se magari ero con qualche amica o con qualche cuginetta a giocare (in posti dove non potesse sfogare la sua rabbia), mi guardava e mi diceva: A casa facciamo i conti. E ti dirò…anche io sono una cippa in matematica. Tutto collegato 😉

  2. Quando sono diventata abbastanza grande (ovvero, secondo lei, dalla seconda media in poi) mia mamma, da sempre fissata con l’iper-femminilità e l’intimo coordinato, aveva al top della sua Hit Parade di raccomandazioni ripetute la seguente: “Devi essere sempre in ordine!”. Che potrebbe (forse) starci (se davvero pensi che l’aspetto curato, l’intimo che non stona e le gambe sempre depilate debbano essere tra le priorità di una tredicenne), se non che lei aggiungeva: “Metti che hai un incidente e ti devono visitare?”. …certo, mamma, se mi procuro una frattura composta ad uno stinco stai sicura che la prima cosa che le infermiere del pronto soccorso noteranno sotto al sangue e al frammento d’osso sporgente è il fatto che, questa mattina, non mi sono depilata le gamble.

    • ahahhahahah..devo dire che la mia era esente da questa raccomandazione, ma la mamma di una mia amica continua a ripeterglielo ancora adesso. Appena la vede un filino in disordine le dice proprio la cosa dell’ospedale: “Metti che ti capita qualcosa…e i medici ti spogliano? Non vorrai mica che ti vedano con quei pelacci là” Ahahahahahaha 😉

      • ahahah! Mi dispiace per la tua amica…ma sono molto contenta di sapere di non essere l’unica figlia al mondo che nel momento in cui cadrà da una scala, più che della caduta, si preoccuperà di non avere slip e reggiseno in tinta. 😉

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